
Lo specchio delle figure 1988
Olio su tela, cm 180×130
Alberto Abate, tra il finire degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, è stato uno dei grandi protagonisti di due specifiche e contigue nominazioni: l’Anacronismo e la Pittura Colta. Sono queste due proposizioni a definirne gli anni di esordio in ambito pittorico e figurativo, provenendo egli da precedenti prove concettuali e comportamentali. Scomparso nel 2012, sembra ora essere arrivato il momento per una rilettura della sua poetica che, dopo le sopracitate esperienze, è stata tutta definita in un contesto di continua ricerca nella consapevolezza evolutiva della narrazione figurale, ma sempre restando fedele alla propria specifica cifra stilistica.
Sono qui pubblicati dipinti importanti degli ultimi tre decenni che hanno segnato la particolare attenzione di numerosi appassionati d’arte per la qualità pittorica di Abate, alcuni rivelatisi degli autentici fans.
Si passa, quindi, dagli approfondimenti mitologici che connotano gli esordi negli anni Ottanta, alle narrazioni simboliche e sapienziali, in cui i livelli di lettura si moltiplicano, degli anni Novanta; sino alle prove del primo decennio del nuovo secolo che valorizzano il dialogo delle figure con forme geometriche di consolidato impianto cubo-futurista e neocostruttivista.
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