
Alberto Abate artista e saggista è stato tra i principali protagonisti dei movimenti della pittura Colta e dell’ Anacronismo. È stato tra i primi ad adoperare l’idea di superamento delle tematiche moderniste legate al concetto di avanguardia, riportando all’interno dell’arte una pittura figurativa che attinge frammenti dal passato per riassemblarli in un luogo complesso. Su questa base, a base Abate è considerato uno degli artefici del post-moderno in pittura e tale ruolo viene ampiamente riconosciuto dalla critica internazionale. Gli architetti Paolo Portoghesi e Philip Johnson andò affrontato con lui un proficuo dialogo Architettura-Pittura. Edward Lucie-Smith segnala Abate come uno dei venti artisti italiani più rappresentativi degli ultimi decenni del Novecento (Art Today, Phaidon Press, London 1995) e lo inserisce tra gli artisti leader del movimento neoclassico e internazionale (ArTomorrow, Terrail, Paris 2002). Linda Kaiser, nel suo L’anacronismo e il Ritorno alla Pittura: L’origine è la Meta ( Silvana Editoriale, Milano 2003), lo colloca tra i maggiori esponenti del movimento.
Sylvano Bussotti gli dedica un capitolo del suo Disordine alfabetico (Spirali Edizioni, Milano 2002). Di Abate si parla Nel volume Sul filo della memoria (Laterza, Bari 2010)i di Domenico Muzzi.
La famiglia di Alberto Abate ha origini catanesi e radici nell’arte. Alessandro Abate (1867-1953), lo zio paterno, è pittore e acquarellista. Testimone attento della nascente borghesia italiana tra fine Ottocento e i primi decenni del Novecento, riceve numerose committenze pubbliche e riconoscimenti internazionali, esponendo – tra l’altro – a Santiago del Cile e a Parigi.
Il padre, Carmelo Abate (1912-1956) ,scultore degli anni Trenta e Quaranta, caratterizzando la sua opera come originale ripensamento delle forme classiche rinascimentali.
Il suo Genio della poesia, in marmo, si trova ancora oggi davanti al Palazzo della Civiltà del Lavoro a Roma, e il grande angelo di bronzo (sei metri di altezza) è collocato sulla sommità della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo all’ EUR è tra le sue opere più rappresentative.
Alberto Abate nasce a Roma il 16 marzo del 1946. Negli anni 50 frequenta a Catania e locale Istituto d’Arte: i suoi maestri sono lo scultore Domenico Tudisco e il pittore Giuseppe Giuffrida. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti e a 19 anni riceve il primo incarico come docente di Disegno dal vero all’Istituto d’Arte di Catania, incarico che manterrà fino al 1973. L’anno seguente si trasferisce a Padova per insegnare all’istituto d’Arte Pietro Selvatico. I periodi catanese e padovano sono caratterizzati dall’impegno e dalla passione politica e dall’intenso studio del linguaggio e delle tecniche artistiche.
Abate ha insegnato Storia dell’arte contemporanea e Semiologia delle arti visive alla Facoltà Architettura dell’Università di Catania e ha collaborato con la pagina culturale del Corriere del Veneto del Corriere della Sera.
La sua attività saggistica è stata costante: numerosi contributi teorici sull’arte contemporanea sono apparsi in riviste e cataloghi, a partire dal 1977.
Su invito di enti diversi o sociétés savantes, ha tenuto seminari e conferenze (Società Psicanalitica Italiana, New York University, Instituto Italiano di Cultura di New York, Università di Trieste, Istituto di Cultura Spagnola di Roma) Ha preso parte a numerosi convegni ( tra i quali Psicoanalisi, arte, persona svoltosi a Milano del 1985, il cui atti – editi per Franco Angeli nel 1987 – contengono il suo ” La pittura, la morte e la maschera di Atteone”).
Alberto Abate è scomparso Roma dopo breve malattia il 9 marzo 2012, all’età di 65 anni.
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